Il 3 marzo scorso è stata la giornata mondiale dell’udito, handicap che coinvolge più di 7 milioni di persone (circa l’11,7% della popolazione italiana).
Ci sono storie di ogni tipo, con alcuni punti in comune per tutti: lo shock iniziale (o la presa di coscienza del problema), la riabilitazione, le difficoltà quotidiane, il confronto con la burocrazia e spesso – fortunatamente – il superamento dell’handicap.
Ognuno ha la sua storia, e il suo modo di affrontare la sordità. Ci sono viaggi della speranza (spesso dal sud verso i centri rinomati) e scelte “differenti” di comunicare (come la LIS).
Oppure l’IC: L’essere impiantati da giovani o giovanissimi fa fare passi da gigante, ogni mestiere è alla portata di tutti, non ci sono limiti se non quelli che mettiamo noi stessi… ogni professione è fattibile, anche quelle impensabili per un sordo: ci sono casi di logopediste o audioprotesiste.
Questi e molti altri casi devono essere di incoraggiamento ai genitori di bambini non udenti per dare forza e speranza. Speranza che anche i loro bambini sono “normali” perchè, detto da una normoudente, la normalità non esiste.
Claudia